Cos’è il bilanciamento del bianco

Il bilanciamento del bianco (in inglese white balance) è il processo con cui la fotocamera corregge la dominante cromatica prodotta da diverse fonti di luce, restituendo colori naturali e realistici. Ogni tipo di luce — dal sole di mezzogiorno a una lampada al tungsteno — ha una propria temperatura colore, misurata in Kelvin (K).
In pratica, il bilanciamento del bianco serve a “dire” alla fotocamera cosa è davvero bianco nella scena, così da regolare di conseguenza tutti gli altri colori.

L’importanza del bilanciamento del bianco nel paesaggio

Nella fotografia di paesaggio, la gestione corretta del bilanciamento del bianco è fondamentale. La luce naturale cambia continuamente — tra l’alba, il tramonto, la neve o la nebbia — e con essa varia la resa cromatica della scena.
Un bilanciamento errato può alterare completamente l’atmosfera: un paesaggio innevato potrebbe virare verso il blu, un tramonto perdere le sue calde tonalità dorate. Al contrario, una regolazione consapevole del bianco permette di trasmettere fedelmente l’emozione del momento, preservando le sfumature originali della luce.

Bilanciamento automatico o manuale?

Le fotocamere moderne dispongono di un sistema di bilanciamento automatico del bianco (AWB) che, nella maggior parte dei casi, fornisce risultati eccellenti. È utile quando la scena presenta una luce neutra o quando si lavora in condizioni mutevoli, ad esempio con nuvole in movimento o variazioni di ombra e sole.
Tuttavia, l’AWB può andare in difficoltà in situazioni particolari — come paesaggi innevati o tramonti intensi — dove tende a neutralizzare le dominanti calde o fredde, appiattendo la resa cromatica. In questi casi, è consigliabile intervenire manualmente.

Il metodo dei cartoncini bianchi e grigi

Un metodo classico e affidabile per ottenere un bilanciamento accurato è l’uso di cartoncini bianchi o grigi neutri. Il fotografo li posiziona nella scena e scatta un’immagine di riferimento; successivamente, la fotocamera calcola il corretto bilanciamento sulla base di quel campione.
Il cartoncino grigio al 18% è lo standard, poiché rappresenta una riflettanza media e permette di calibrare sia l’esposizione che il colore con grande precisione.
Questo sistema è particolarmente utile quando si desidera uniformità cromatica tra più scatti — ad esempio, in una serie panoramica o in un progetto documentaristico — e si lavora in condizioni di luce costante.

RAW o JPEG: gestire il bilanciamento del bianco in base al formato

Uno degli aspetti più importanti da considerare, quando si parla di bilanciamento del bianco, è il formato di registrazione dell’immagine.
Scattare in RAW permette di registrare tutti i dati grezzi catturati dal sensore, lasciando la possibilità di regolare il bilanciamento del bianco in post-produzione senza perdita di qualità. È una scelta che garantisce flessibilità e controllo, ideale per chi desidera perfezionare i colori con precisione dopo lo scatto.
Nel caso dei file JPEG, invece, la fotocamera applica automaticamente una serie di correzioni, compressioni e interpretazioni, tra cui anche il bilanciamento del bianco. In questo formato, eventuali errori di bilanciamento risultano più difficili da correggere in seguito, poiché parte delle informazioni originali viene eliminata.
Per questo motivo, chi scatta in JPEG dovrebbe prestare particolare attenzione a impostare un bilanciamento accurato già in fase di scatto, soprattutto in condizioni di luce complesse o con dominanti cromatiche marcate (come neve, tramonto o nebbia).

FIG. 1 – Tre interpretazioni dello stesso paesaggio lacustre.
A sinistra: scatto JPEG con bilanciamento automatico della Canon EOS 6D, realizzato con filtri Nisi ND e ND Grad;
al centro: sviluppo RAW bilanciato su un’area neutra della scena;
a destra: bilanciamento personalizzato con cartoncino grigio.
Le differenze cromatiche mostrano come ogni metodo influenzi la resa finale e l’atmosfera del paesaggio. A voi la scelta.

Bilanciare in camera o con il metodo del cartoncino?

Entrambi i metodi — impostare il bilanciamento direttamente in fotocamera o ricorrere a cartoncini di riferimento — possono fornire ottimi risultati, ma si differenziano per approccio, precisione e rapidità.

MetodoVantaggiSvantaggiIdeale per
Bilanciamento in camera (RAW)Massima flessibilità in post-produzione, possibilità di sperimentare interpretazioni creative, nessun vincolo sul campo.Richiede un flusso di lavoro digitale più avanzato, rischio di incoerenza cromatica tra più scatti se non uniformato in editing.Fotografi di paesaggio che vogliono interpretare la luce o lavorare su progetti artistici.
Metodo del cartoncino bianco/grigioPrecisione cromatica elevata, uniformità tra più scatti, utile anche per misurare l’esposizione.Richiede tempo sul campo, meno flessibile in condizioni di luce variabile.Fotografi che desiderano una resa fedele e costante dei colori, o lavorano in situazioni di luce stabile.

Bilanciamento e creatività

Il bilanciamento del bianco non è solo una questione tecnica, ma anche una scelta espressiva. Forzare una dominante cromatica — ad esempio, mantenendo una leggera tonalità calda al tramonto o enfatizzando le sfumature fredde in un paesaggio innevato — può rafforzare l’emozione che si vuole comunicare.
Non esiste quindi una regola assoluta: ogni scena, ogni luce e ogni fotografo hanno una propria sensibilità. Il bilanciamento del bianco può essere strumento di fedeltà o di interpretazione, a seconda dell’intento artistico.

Paesaggio invernale nella palude della Valganna con viraggio blu per enfatizzare il freddo

FIG. 2 – Paesaggio invernale nella palude della Valganna.
Scattata in una gelida mattina d’inverno, questa immagine è stata leggermente virata verso il blu in post-produzione per accentuare la sensazione di freddo e gelo percepita al momento dello scatto.
La tonalità fredda diventa così parte integrante del racconto visivo, trasformando la realtà in un’emozione condivisa.

Esperienza sul campo: Canon e Olympus a confronto nel bilanciamento del bianco

Nel corso degli anni ho utilizzato numerose reflex e mirrorless per la fotografia di paesaggio, e ho potuto constatare come ogni sistema interpreti la luce in modo differente.
Le Canon EOS 6D e EOS 5D Mark III offrono un bilanciamento del bianco molto naturale, tendente a leggere dominanti calde nelle ore di luce intensa, il che restituisce toni piacevoli nei tramonti e nei paesaggi dorati, ma può richiedere una leggera correzione nelle scene innevate o con luce neutra.
Le moderne Olympus OM System, come la OM-1, si distinguono invece per un bilanciamento automatico più neutro e preciso, con un’ottima capacità di adattarsi alle variazioni cromatiche e di mantenere coerenza anche in condizioni di luce mista. In particolare, il sistema Olympus gestisce con grande equilibrio i contrasti tra ombre fredde e luci calde, caratteristica preziosa per chi fotografa all’alba o al crepuscolo.

In sintesi, le Canon tendono a valorizzare la resa emozionale, mentre Olympus punta a una fedeltà cromatica più rigorosa: due interpretazioni diverse, entrambe eccellenti, che offrono al fotografo paesaggista libertà di scegliere in base alla propria visione estetica.

FIG. 2 – Semplici cartoncini acquistabili per pochi euro
Pur consapevole della qualità del bilanciamento automatico delle ultime mirrorless, è possibile acquistare quest
i cartoncini per meno di dieci euro.

Conclusione

Il bilanciamento del bianco è uno degli aspetti più sottovalutati ma determinanti nella fotografia di paesaggio. Imparare a controllarlo — sia affidandosi all’automatismo della fotocamera, sia utilizzando strumenti di riferimento o scelte creative — significa dominare la luce e la sua influenza sui colori del mondo.
In fondo, ogni scatto è un dialogo con la luce, e il bilanciamento del bianco ne è la grammatica invisibile.

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